lunedì 22 maggio 2017

Vaccini: facciamo tornare la scienza dalla parte giusta

Pubblicato 22 maggio 2017

 L’eliminazione del vaiolo è una delle grandi affermazione dell’umanità che ha richiesto il coinvolgimento di intere generazioni. Perché questo è tanto più difficile oggi? Perché gli interessi che si celano dietro la sanità sono diventati insopportabili, perché la scienza è stata assoggettata agli interessi del profitto



Certamente Facebook non è il contesto giusto per discussioni difficili; sicuramente ci sono argomenti che vanno trattati con il dovuto rigore scientifico; sicuramente va rispettato il dolore di chi soffre, o ha sofferto, brutte patologie in prima persona o di chi ha visto soffrire propri congiunti. Tuttavia, avendo avuto nella mia attività scientifica molteplici occasioni di lavorare in campo immunologico, mi sembra doveroso intervenire nella querelle sui vaccini che attraversa i social. Ciò mi interessa non solo per confutare posizioni sbagliate, ma anche per capire come mai si diffonda lo scetticismo sulle vaccinazioni.

Il sentire comune su un argomento pubblico parte esclusivamente da quello che si ritiene un interesse individuale; il rapporto tra interesse individuale ed interesse collettivo non viene affatto percepito; non si comprende facilmente quanto l’ interesse collettivo sia determinante su quello individuale. Il caso delle vaccinazioni è emblematico: che il non vaccinato possa essere pericoloso per la collettività non viene considerato. E il non vaccinato è pericoloso perché può essere portatore asintomatico di una patologia che può trasmettere a coloro che non sono vaccinati perché non possono esserlo per condizioni immunitarie specifiche, o perché residenti in paesi dove non esiste vaccinazione. Chi viene in Italia da paesi non coperti è in pericolo come chi incontra in paesi non coperti, italiani non vaccinati.
E’ evidente che una società capitalista come la nostra è fortemente individualista e ha sconfitto le classi subalterne non solo dal punto di vista economico, ma anche da quello culturale. In paesi ed in periodi storici dove il capitalismo è stato perdente, l’interesse collettivo ha prevalso e non è un caso che le vaccinazioni di massa sono state nei paesi “ex-socialisti” eseguite sulla totalità della popolazione con ottimi risultati. E non è ancora un caso che a Cuba dal 1991 è stata resa obbligatoria la vaccinazione contro il meningococco B del quale solo ora in Italia si parla e che viene contestato aspramentesui social. E’ da valorizzare il fatto che il vaccino cubano è stato prodotto localmente da una scienziata del Centro di Ingegneria Genetica e Biotecnologie dell’Avana ed è usato con successo in Argentina , Brasile, ed altri paesi latino americani. I contestatori dei social invece di inveire contro il vaccino anti-meningococco B, perché non protestano affinché in Italia venga usato il vaccino cubano, sicuramente più sperimentato, invece di quello europeo (Bexsero)?
A questo punto non vanno fatti paragoni con altri stati su quante vaccinazioni sono obbligatorie, ma, piuttosto, su quanti bambini sono vaccinati per ogni patologia negli altri stati; si vedrà che in paesi dove una vaccinazione non è obbligatoria ci sono più vaccinati che in Italia; questo perché in altri paesi c’è maggiore propensione alle vaccinazioni anche se, non essendo obbligatorie, sono a carico dei genitori. Sul morbillo in particolare nel 2015 l’85% dei bambini fino a 12 anni nel mondo sono stati vaccinati attraverso servizi sanitari nazionali. E l’incidenza della malattia ha registrato un calo di mortalità da 651600 decessi del 2000 a 134200 nel 2015. In Italia nel 2015 la copertura vaccinale per questa malattia nei bambini di 24 mesi era appena dell’85.3%.
Ma perché tante incomprensioni? Perché usare i social per creare tifoserie “pro” e “contro”? Perché è più facile urlare che soffermarsi a capire; è paradigmatico che quello che viene dall’avversario politico è automaticamente merda. Perché si è indotti a mettere un like alla persona e non al contenuto di quello che scrive. Perché la spiegazione del complotto è più semplice, lineare, meno faticosa dell’analisi dei diversi, e spesso contrapposti, aspetti dei problemi. Il metodo della critica, dell’analisi dei fatti senza pregiudizi, è la strada giusta che il sistema ci vuole negare.
Il grande successo delle vaccinazioni, naturalmente va visto in senso storico: l’eliminazione del vaiolo è una delle grandi affermazione dell’umanità che ha richiesto il coinvolgimento di intere generazioni in una condivisione di obbiettivo difficilmente ripetibile. Perché questo è tanto più difficile oggi? Perché le autorità statuali non sono più credibili, perché gli interessi che si celano dietro la sanità sono diventati insopportabili, perché la scienza è stata assoggettata agli interessi del profitto. Allora perché buttare il bambino con l’acqua sporca?
“Noi vogliamo per tutti pane, libertà, amore, scienza” proclamava Enrico Malatesta nel 1919; nel mondo del XXI secolo facciamo tornare la scienza dalla parte giusta

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