Tutto il dibattito
politico appare ormai proteso verso lo scontro elettorale della prossima
primavera con le tre forze maggiori, Pd, Partiti delle destre e M5S a
sgomitare tra loro per arrivare nelle migliori condizioni, sviluppando
una vergognosa campagna reazionaria sulla pelle dei migranti e attivando
la divisione dei lavoratori. Sono tre forze del tutto interne alle
logiche del sistema capitalista che si candidano a gestire il liberismo e
gli affari della borghesia, come più volte abbiamo avuto modo di
raccontare.
A sinistra si sta delineando, a partire dalla “grande
coalizione” realizzata in Sicilia (vedi link con dichiarazione) non una
reale progetto alternativo, radicale nei soggetti che lo dovrebbe
comporre e nei contenuti programmatici, ma un informe aggregato (a cui
ancora una volta Rifondazione si è subordinata) egemonizzato da forze
che hanno gestito in prima persona le politiche borghesi dell’austerità:
un disastro che se si materializzasse anche su scala nazionale
priverebbe del tutto la classe lavoratrice di un minimo strumento di
riferimento di classe, antiliberista e anticapitalista.
Per questo abbiamo insistito da alcuni mesi “che la
questione centrale, il punto di partenza per organizzazioni
autenticamente di sinistra avrebbe già dovuto essere l’unità delle loro
forze militanti e degli strumenti politici organizzativi che hanno a
disposizione per costruire una vasta campagna sui temi sociali,
sull’occupazione, sull’unità dei lavoratori, sull’unità con i migranti” e che sul piano delle elezioni “Sinistra
Anticapitalista lavora dunque per uno schieramento più largo possibile
che coinvolga forze politiche, soggetti ed esperienze sociali reali di
movimenti a dimensione nazionale e locale; per esistere deve avere una
doppia dimensione correlata: avere una partecipazione democratica dal
basso ed avere la convergenza indispensabile delle forze politiche che
vogliono impegnarsi. Per essere realmente alternativo deve avere una
composizione politica coerente senza i partiti o i soggetti che hanno
gestito l’austerità e un programma che esprima obiettivi radicali
corrispondenti alla gravità della situazione esistente.”
Abbiamo letto in questi giorni un breve
testo di Giorgio Cremaschi in cui, dopo una sintetica e condivisibile
analisi delle forze politiche in campo, afferma: ” Io vorrei
non rassegnarmi, vorrei partecipare alla costruzione di una alternativa
vera, che non avesse paura di dire no alla guerra e all’austerità e ai
poteri e agli strumenti, NATO UE Euro, che ce le impongono” concludendo poi: “Ecco
vorrei un’alternativa che fosse tale, che pensasse al presente e
finalmente anche al futuro e che non avesse alcuna paura di andare
controcorrente. È il sogno isolato di un acchiappanuvole il mio?”.
Non sappiamo se questo pensiero è solo dell’ex dirigente
della Fiom o corrisponde anche a ripensamenti dell’area politica e
sociale in cui sta operando in questi ultimi anni in relazione a
verifiche fatte sul campo delle dinamiche e traiettorie di una forza
politica come il M5S. In ogni caso, molto bene, perché ancora
recentemente, in luglio, benché sollecitato direttamente, era sembrato
per nulla interessato a partecipare alla costruzione di uno schieramento
come quello che oggi invece sembra prospettare.
Per parte nostra abbiamo in questi mesi agito su ipotesi di lavoro molto precise: “Proponiamo
e vorremmo che le forze combattive ed anticapitaliste potessero agire
insieme e incidere nel processo in corso contro ogni deriva e sbocco
opportunista, per l’affermazione di una coalizione radicale
antiliberista e anticapitalista. Crediamo che le lavoratrici e i
lavoratori abbiamo bisogno di incontrare questa proposta”.
A questo fine non siamo stati con le mani in mano, ma
abbiamo incontrato molte forze politiche, tra cui ripetutamente
Rifondazione e diversi suoi esponenti, ma anche molti collettivi e forze
sociali nazionali o locali,
con cui riscontriamo comuni preoccupazioni sulle modalità e contenuti
da difendere. In particolare abbiamo incontrato le/i compagne/i del Pcl,
Partito comunista dei lavoratori e di Scr, Sinistra Classe Rivoluzione;
sono emerse convergenze politiche significative in merito alla attuale
fase politica per cui stiamo verificando ulteriormente la possibilità di
un percorso e un’azione comune.
L’obiettivo di Sinistra Anticapitalista, argomentato e
difeso negli incontri con le diverse forze politiche, è costruire uno
schieramento politico ampio, realmente alternativo e in totale
discontinuità con contenuti e pratiche che hanno caratterizzato e
caratterizzano la maggior parte delle forze della sinistra. Vogliamo che
questo schieramento sia largo, aperto ed inclusivo nella chiarezza dei
suoi contenuti e del suo progetto. Non c’è dubbio che il percorso sia lungo e difficile e che ci sia molto da fare.
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