Il
prossimo 8 marzo non sarà soltanto la giornata della lontana memoria
degli scioperi del primo ‘900, dopo i quali questa data divenne quella
in cui si celebrano le donne e le loro conquiste sociali, politiche e
economiche. E non sarà soltanto la giornata che nostro malgrado è
diventata negli anni, a uso e consumo di chi ci vorrebbe a cena fuori o
in discoteca con le amiche, tra mimose e scatole di cioccolatini. Non
sarà neanche la giornata del piagnucolio contro la violenza sulle donne
nella TV più o meno spazzatura del pomeriggio. L'8 marzo sarà una giornata di sciopero!
Sarà sciopero non soltanto in Italia, ma in tanti altri paesi del mondo. Sarà sciopero globale delle donne, lanciato dalle argentine e già raccolto da oltre 22 paesi,
diversi dal punto di vista dell'economia, del diritto, degli usi e dei
costumi, ma simili per quanto riguarda la generale condizione di
subalternità e violenza contro le donne.
Sarà sciopero contro la violenza sulle donne, contro le sue cause sociali e economiche e contro la cultura patriarcale e retrograda che le alimenta. Sarà sciopero delle donne dal lavoro e dallo sfruttamento. Contro i bassi salari, le discriminazioni, i sottoinquadramenti, la precarietà. Ma anche contro l'ineguale divisione del lavoro di cura, il continuo taglio dei servizi sociali e la loro privatizzazione. Sarà sciopero per la difesa del diritto all'aborto e per i diritti civili. Sarà sciopero dentro e fuori dai posti di lavoro, delle donne italiane e di quelle migranti. Se le nostre vite non valgono, non produciamo! Semplice quanto efficace.
Sono
anni che l'8 marzo non è una giornata di rivendicazione e di classe.
Finalmente, in un paese in cui da questo punto di vista tutto sembra
immobile, sono le donne a dare l'unico vero e importante appuntamento di lotta della primavera.
Dalla bellissima manifestazione del 26 novembre a Roma,
passando dalla affollata assemblea di Bologna della scorsa settimana,
fino all'appuntamento dell'8 marzo, le donne stanno dando vita a un vero
e proprio percorso di movimento. Non capire questa dinamica e non
mettersi a disposizione di essa sarebbe miope e sbagliato.
Per questo sarebbe stato giusto che i sindacati di base, che già hanno dato la disponibilità a dichiarare lo sciopero generale dell'intera giornata,
si fossero resi anche disponibili a far convergere lo sciopero della
scuola del 17 marzo su quello dell'8, evitando moltiplicazioni inutili e
controproducenti. La CUB si era dichiarata disponibile, sarebbe stato
meglio se lo avessero fatto tutti. I COBAS hanno già detto di no, non
sono disponibili. Ancora una volta, considerazioni particolari hanno
prevalso su altre più generali.
Il punto però è anche un altro. Cosa fa la CGIL in tutto questo? Fin
qui ha partecipato pur tra qualche contraddizione a gran parte del
percorso di mobilitazione e alla manifestazione del 26 novembre, ma a oggi manca ancora all'appello dei sindacati che hanno dichiarato sciopero l'8 marzo.
Certo, la copertura per lo sciopero generale c'é già: tutti l'8 marzo
potranno scioperare (anche gli uomini se lo vorranno). Dal punto di
vista del diritto non c'è infatti differenza se lo sciopero lo dichiara
il più piccolo dei sindacati invece del più grande.
Dal
punto di vista della politica e della società, però, la convocazione da
parte della CGIL darebbe un segnale certamente diverso a quella
giornata. Allora che aspetta il più grande sindacato d'Italia, guidato
ormai da anni da una segretaria generale donna!
Pochi giorni fa, da Corso Italia è partita una nota a tutte le strutture della CGIL per invitarle a partecipare alle iniziative di mobilitazione organizzate
a livello territoriale, a farsi promotrici di assemblee nei luoghi di
lavoro e, laddove ve ne siano le condizioni e le possibilità, a
sostenere e garantire la possibilità di effettuazione dello sciopero.
Ben vengano poi incontri, spettacoli, assemblee cittadine e gli
immancabili e inutili flash mob. Da qualche parte si sta pensando
persino a un tristissimo minuto di silenzio! Insomma, una nota in cui si dice tutto ma al tempo stesso quasi niente.
Una
grande organizzazione come la CGIL abbia il coraggio di dichiarare
sciopero l'8 marzo! L'invito alle camere del lavoro e alle categorie a
farlo loro non è sufficiente e non basta a dire che è meglio di niente. Il rischio è che anche questa primavera sia fredda come l'autunno e
l'unica iniziativa sul piano sociale della CGIL sia una campagna
referendaria, che potrebbe persino saltare per le manovre nel palazzo
della politica. E' un errore non capire che le donne sono in questo
momento protagoniste di un movimento importante, che potrebbe essere
anche in grado di trascinare il paese e di risvegliarlo dal suo torpore.
Per
questo mi auguro che l'intera CGIL si metta a disposizione del
movimento delle donne e sostenga questa lotta senza altri indugi. Tante
militanti e lavoratrici iscritte alla CGIL hanno partecipato fin dal
primo giorno alla mobilitazione di Nonunadimeno e sono parte integrante e
attiva di quel percorso. Tante parteciperanno allo sciopero anche se sarà indetto da altre sigle sindacali. Tante interverranno nei loro posti di lavoro per sostenere lo sciopero dichiarandolo anche come delegate.
Chi
manca come al solito rischiano di essere i vertici, anche quando, come
in questo caso, sono donne, direttamente chiamate in causa. C'è ancora
il tempo per non commettere anche questo errore. Spero davvero che la
CGIL e Susanna Camusso non perdano
anche questa occasione e l'8 marzo sia sciopero anche per il più grande
sindacato italiano e non soltanto per migliaia di donne che andranno
avanti comunque.
Nessun commento:
Posta un commento